Programma d’agglomerato «Serve più condivisione»

Corriere del Ticino

Di Spartaco De Bernardi

LOCARNESE / Cinque associazioni sensibili a temi viari e ambientali criticano il dossier inviato a Berna «Non considera i cambiamenti in atto per quanto attiene in primis ai bisogni di mobilità nella regione»

Programma d’agglomerato del Locarnese di quarta generazione (PALoc4): così non va. È una critica a tutto campo quella che cinque associazioni sensibili ai temi della mobilità - Associazione per un Piano di Magadino a misura d’uomo (APM), Associazione traffico e ambiente (ATA), Associazione quartiere Rivapiana Minusio, Comitato iniziativa nuovo Piano viario Minusio (CNPV-M) e Pro Velo Ticino - formulano al riguardo del documento che Dipartimento del territorio e Commissione intercomunale dei trasporti del Locarnese e Vallemaggia (CIT) hanno inviato a Berna alla metà di settembre dello scorso anno. Il primo rimprovero mosso ad autorità politiche e tecnici è quello di non aver coinvolto a sufficienza la cittadinanza e le associazioni stesse nella stesura del PALoc4. «Le proposte che abbiamo formulato non sono state prese in considerazione» ha rilevato a tal proposito il presidente cantonale e vice presidente nazionale di ATA Bruno Storni. Da qui l’auspicio, formulato dal presidente del CNPV-M

Ferruccio D’Ambrogio, affinché nell’elaborazione dei prossimi programmi d’agglomerato sia dato maggior ascolto a chi si propone proattivamente per cercare soluzioni ai problemi riguardanti la viabilità nella regione.

Dalla forma alla sostanza

Entrando nel merito del dossier, i rappresentanti delle cinque associazioni biasimano il fatto che il PALoc4 continui a concentrarsi sul traffico motorizzato senza tener conto dei cambiamenti in atto su più livelli che avranno importanti ripercussioni sulla mobilità negli anni a venire: dal calo demografico al marcato potenziamento del trasporto pubblico sia su rotaia sia su gomma, dal sempre maggiore utilizzo belle biciclette elettriche al crescente ricorso al telelavoro.

Tra le tante obiezioni riguardanti il PALoc4 – che le cinque associazione hanno messo nero su bianco in un documento di undici pagine – vi è anche quella che auspica un cambiamento di rotta per quel che riguarda la canalizzazione del traffico lungo un numero limitato di arterie attraverso

l’agglomerato. «L’offerta invece aumenta e la rinnovata via Luini ne è un esempio» ha osservato ancora D’Ambrogio.

Se alcune delle misure previste dai Programmi d’agglomerato precedenti non sono state realizzate (ad esempio la chiusura al traffico della Città Vecchia di Locarno o il declassamento a strada di quartiere di via Simen a Minusio), i rappresentanti delle cinque associazioni criticano poi il fatto che il PALoc4 non ne contempli altre per le quali l’iter pianificatorio è già in corso: il riferimento va, ad esempio, all’autosilo del Parco Balli o alla progettazione della galleria Moscia-Acapulco.

«Misure non sufficienti»

Non da ultimo, le riserve sul PALoc4 riguardano la mobilità lenta. «Le misure previste per favorirla non sono sufficienti » ha sottolineato Marco Vitali di Pro Velo Ticino, rilevando in particolare come in ambito urbano manchi una chiara distinzione tra ciclisti e pedoni. «Abbiamo bisogno di vie separate anche in considerazione del boom delle bici elettriche. Ciò che non è ad esempio

stato fatto in via Luini » ha aggiunto Vitali, lamentando pure l’abbandono di percorsi continuati lungo le due sponde del Lago Maggiore che potrebbero portare benefici anche a livello turistico.